Nei mesi estivi il solleone
rende i muri così abbaglianti
che a fissarli vien sonno:
tende gialle e rosse
si abbassano sui negozi;
il nastro di cielo
che s’allunga fra due strisce
parallele di tetti
è una lamina di metallo rovente.
Dolce è non far niente,
accucciati sulle pietre roventi,
respirando il caldo.
Estate di Ada Negri
Odi et amo. Tra le quattro stagioni, l'estate è notoriamente la più controversa giacché fonte di dissapori e contrasti d'opinione.
Non è poi difficile comprenderne i motivi: il calore di un sole che, incandescente, arde ogni cosa riesca a intercettare coi suoi raggi, facendo ribollire la terra; l'aria soffocante e immobile, che appesantisce e priva di energia; il cacofonico e martellante concerto delle cicale, che si insidia nelle orecchie come fastidiosi acufeni. Ed infine l’attesa – interminabile – della sera, unico momento di ristoro dai tormenti subìti durante una giornata in cui le lancette dell'orologio sembrano invece rotte, manomesse da un Crono beffardo e dispettoso.
Nel panorama letterario è facile ricordare autori che maltolleravano la bella stagione, uno su tutti il Pavese che sovente nei suoi lavori puntualizzò il legame tra estate e noia. “L’estate mi ammazza”, scrisse in una lettera all’amico Tullio Pinelli. “Non concludo più nulla. Sono morto, morto.” Non amava l’estate Cesare Pavese, che pure le aveva dedicato ben due libri, La bella estate e Feria d’agosto.
Così come la Ginzburg che, al di là del suo breve saggio intitolato proprio Estate, fu ancor più franca ed incisiva nelle sue parole: “Odio l’estate. Odio il mese di agosto sino a Ferragosto. Passato il Ferragosto mi sembra di uscire da un incubo. Mi sembra che lentamente tutto migliori per me.”
Si badi, ciò che la Ginzburg detestava dell’estate, proprio come Pavese, è il tedio delle giornate malinconiche e piatte in una città vuota e silenziosa. Eppure l’estate non è solo patimento, ma anche cieli tersi di pennellate color cobalto, brezze d’aria che solleticano il viso, bagni marini corroboranti e frutta fresca a rievocare l’infanzia giocosa della fine della scuola. Una folta schiera di illustri penne condensò i piaceri estivi in poche ma efficaci immagini: si pensi a Barry Cornwall, al sorriso leggero della notte estiva che siede su un trono di zaffiro (“Oh, the summer night, has a smile of light, and she sits on a sapphire throne.“), o al giugno notturno di Bernard Williams, che se potesse parlare “si vanterebbe di aver inventato il romanticismo" (“If a June night could talk, it would probably boast it invented romance.”), o alla mera eccezionalità della stagione riscontrata da Gustave Flaubert, “sia essa calda o fredda, secca o umida” (“Un été est toujours exceptionnel, qu’il soit chaud ou froid, sec ou humide.”).
Anche per questo numero della rubrica “Stagioni su tela”, per omaggiare l’estate Classica propone ai suoi lettori una selezione di opere pittoriche. Per favorevoli e contrari.
1. A Lively Haul di Frederick Morgan
John Morgan, artista di genere già membro della Society of British Artists nonché espositore regolare alla Royal Academy, ritirò il figlio Frederick da scuola quando aveva quattordici anni per iniziarlo all’arte. Tuttavia la carriera del giovane londinese impiegò del tempo prima di avviarsi tanto che fu il padre stesso ad allontanarlo da casa; Fred, nomignolo che gli era stato attribuito sin dalla tenera età, si recò a Londra, dove cercò senza successo vari impieghi in magazzini o uffici.
Tornato a casa, decise con la sua famiglia di riprovare un’ultima volta la via artistica e lavorò per tre anni come ritrattista ad Aylesbury dove venne incaricato da un’azienda fotografica di dipingere ritratti di famiglia. Dopo aver mostrato alcuni campioni del suo lavoro ad altre aziende fotografiche a Londra, Fred Morgan ricevette numerose commissioni che gli permisero di ottenere un reddito sufficiente per poter vivere della sua arte.
Nell’Inghilterra del XIX secolo i più popolari soggetti dei lavori pittorici vedevano una predilezione per la ritrattistica di scene domestiche con famiglie e infanti in gioco. Frederick Morgan fu uno dei più grandi pittori di genere britannici del suo tempo specializzato nella rappresentazione di scene di infanzia felice. Le sue opere, che riflettevano i momenti idilliaci dell’infanzia, lo resero una figura importante nel mondo dell’arte.
In Un vispo bottino, l’artista londinese cattura l’innocenza incontaminata dell’infanzia celebrandone la purezza. Questo eccezionale dipinto a olio illustra un quartetto spensierato di bambine che giocano a farsi trascinare sulla sabbia da un loro amichetto, il quale tiene le redini di una rete da pesca. Alle spalle dei piccoli è arenata un’imbarcazione di cui si vede solo una parte di poppa e del fianco ligneo, mentre sullo sfondo – a qualche passo da un’àncora sulla sabbia, si scorge la riva del mare lungo la quale passeggiano due indistinto figure. Toccanti i particolari di esecuzione degli sguardi e delle bocche ridenti dei bambini dei quali sembra quasi di sentire le risate, nonché i dettagli dei vestitini (un moto di tenerezza è suscitato dal gesto della bambina in bianco, forse la più piccola, che cerca di tenere a due mani il cappello sul capo ramato) e della rete da pesca nella quale è rimasto impigliato un ciuffo di alghe verdi.

2. Summer Afternoon di Asher Brown Durand
In seguito alla morte di Thomas Cole, ad esemplificare il nuovo ideale di naturalismo per i pittori di seconda generazione (poi confluitti nella Hudson River School) fu l’amico Asher Brown Durand.
Nato nel New Jersey, Durand lavorò inizialmente per suo padre, di professione orologiaio e argentiere, per poi ricoprire la mansione di apprendista incisore presso la bottega di Peter Maverick di cui divenne socio nel 1817. Quindi fondò e guidò la filiale di New York dell’azienda fino al 1820, quando se ne andò a seguito di un contrasto con Maverick. Nel 1825 si unì ad altri colleghi artisti – tra i quali lo stesso Cole – nella fondazione della New York Drawing Association e durante anni Trenta dell’Ottocento abbandonò l’incisione per dedicarsi sempre più alla pittura, producendo scene di genere e ritratti.
L’impegno di Durand per il suo nuovo percorso artistico si rifletté nel suo primo e unico viaggio all’estero, dall’aprile 1840 al giugno 1841, in occasione del quale l’artista visitò Gran Bretagna, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera e, dall’ottobre 1840 al maggio successivo, l’Italia, dalla zona dei laghi fino a Napoli. Durante il soggiorno a Londra, l’espatriato americano Charles Robert Leslie gli mostrò dipinti e schizzi a olio all’aria aperta del defunto maestro britannico John Constable, della cui tenuta Leslie era esecutore testamentario. Al suo ritorno a casa, Durand sembrò prendere a cuore il naturalismo di Constable, che lo portarono a intraprendere viaggi stagionali sulle colline lungo il fiume Hudson, negli Adirondacks e nel New England, spesso in compagnia di altri artisti o con la sua famiglia, per disegnare a matita e olio i paesaggi naturali, capolavori di verosimiglianza organica. Dal 1855 Durand consolidò la sua reputazione di ‘filosofo guida’ della seconda generazione di pittori paesaggisti newyorkesi con la pubblicazione in nove puntate periodiche delle sue “Lettere sulla pittura di paesaggio” in seno alle quali promosse la pittura all’aperto di umili oggetti naturali come percorso di formazione artistica. Fu inoltre eletto presidente dell’Accademia Nazionale di disegno, ruolo che ricoprì per un decennio sino all’inizio della guerra civile.
Tra le magnifiche tele realizzate non si può non citare Pomeriggio d’estate, che fotografa con vivido realismo un paesaggio fluviale sulla cui ansa si abbeverano alcuni bovini. I toni cromatici del giallo e del grigio, a contrasto con i verdi della vegetazione, esprimono a pieno la calura del sole ormai in procinto di tramontare.

3. Sommerfest in Italien di Franz Richard Unterberger
L’austriaco Franz Richard Unterberger è uno dei grandi nomi della pittura naturalistica. Figlio di un mercante d’arte, il piccolo Franz entrò in contatto sin da subito con i due temi portanti della sua vita: l’arte e la natura.
Una volta cresciuto, il giovane Franz decise di frequentare un’accademia commerciale che però lasciò ben presto per iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Monaco – una delle più prestigiose della Germania. La pittura di paesaggio e di natura, per la quale dimostrò un portentoso talento, fu sempre al centro del suo lavoro artistico tanto che su consiglio dei suoi professori realizzò una serie di viaggi per cimentarsi nella ritrattistica dei paesaggi del nord e del sud d’Europa (in Norvegia lo impressionarono molto i fiordi, cui dedicò diverse opere, mentre in Italia venne ispirato dalla particolare atmosfera e dai colori del Bel Paese di cui riuscì a catturare tutta la bellezza, con particolare riguardo all’Italia meridionale di Capri, della baia di Napoli e della Costiera Amalfitana, anche grazie alle influenze moresche la cui architettura e fauna – fuse perfettamente con quella italiana – consentirono all’artista di Innsbruck di dipingere numerosi olii che evocano l’idilliaco scenario da Mille e una notte).
Il suo incontestabile talento gli portò prosperità e fortuna, consegnandogli le chiavi dell’alta società: spesso descritto come un uomo elegante e dal raffinato eloquio, la cui compagnia era molto ricercata e che negli ultimi anni di vita creativa, aprì uno studio vicino a Parigi ove lavorava quando non in viaggio.
Una testimonianza della fascinazione dell’artista per il Bel Paese è senza dubbio la tela Festa estiva in Italia, sulla quale viene impressa l’atmosfera magica della tipica serata d’estate del meridione, che va a rinfrescarsi dopo le lunghe ore di caldo, e che dona malizia e leggerezza allo spirito. La scena rappresentata vede un gruppo di uomini e donne riuniti nel piccolo cortile di un’abitazione posta lungo la costa del mare, il cui orizzonte appare sulla parte sinistra. Gli abitanti, sparsi sul ciottolato, si svagano con alcune danze improvvisate e si distraggono chiacchierando. L’edificio è armoniosamente inserito nel contesto naturale, rappresentato da palme e vegetazione in un clima sereno e conviviale dove anche le piccole barche che navigano in secondo piano seguono rotte su acque calme.

Immagini
In copertina: Veduta di Villafranca vicino a Nizza (“View of Villefranche-sur-Mer near Nice”) di Carl Morgenstern, olio su tela (1849): Lempertz Auction House
Un vispo bottino (“A Lively Haul”) di Frederick Morgan, olio su tela (1847): Mutual Art
Pomeriggio d’estate (“Summer Afternoon”) di Asher Brown Durand, olio su tela: web
Festa estiva in Italia (“Sommerfest in Italien”) di Franz Richard Unterberger, olio su tela (1902): web
Consultazioni
Asher Brown Durand, biografia: Metropolitan Art Museum
Franz Richard Unterberger, biografia: Pandolfini Casa d’Aste