Il mare non è mai stato amico dell’uomo. Tutt’al più è stato complice della sua irrequietezza”.
Tratto da The Rescue, A Romance of the Shallows di Joseph Conrad (1920)
Ci sono stati momenti nella storia delle arti in cui il mare ha vestito i panni di protagonista e al tempo stesso di scenografia; capolavori senza tempo intrisi di lirismo e cruda realtà in un abbraccio fatale e apparentemente dicotomico.
Peter Grimes, tratto dalla raccolta “The Borough” del poeta George Crabbe, narra la struggente storia di un pescatore tormentato ed oppresso, affamato di rivincita dacché emarginato dalla collettività e le cui sfortunate vicissitudini saranno magistralmente trasposte su spartito dal compositore inglese Benjamin Britten in tutta la loro sconvolgente forza. I Quattro interludi marini nel cuore dell’opera crearono un affresco di luci, colori e ombre tratteggianti tanto la sofferenza quanto la pietà e la compassione del genere umano: angoscia, paura, aspirazione verso un futuro migliore e di pace non saranno però sufficienti a placare l’intrinseca cattiveria dell’uomo, condannato così a perire per propria mano, sempre accompagnato dal mare – baudelairiano specchio dell'umana esistenza.

Nato nell'Inghilterra orientale del 1913, Benjamin Britten dimostrò un precocissimo talento musicale che fu da subito considerato dai genitori, i quali lo incoraggiarono allo studio del pianoforte. In un contesto familiare favorevole all'arte (pare che a casa Britten fosse abitudine offrire ospitalità ai musicisti in viaggio), il giovane Benjamin cominciò a scrivere i suoi primi brani – cimentandosi nella composizione sotto la direzione del noto violista britannico Frank Bridge – e, due anni dopo, entrò al prestigioso Royal College Music di Londra.
Britten fu tra i fondatori del Festival di Aldeburgh, e alla carriera di pianista affiancò in seguito quella altrettanto spettabile di direttore d’orchestra. Artista appassionato che abbracciò con fecondo eclettismo gli influssi più variopinti del panorama musicale, da Strawinskij a Berg, dalla musica antica inglese all’opera romantica italiana, Britten fu un eccezionale compositore di teatro, la cui sensibilità riuscì a illuminare la drammaticità delle trame e a dar voce ai controversi personaggi che animarono i suoi capolavori.
Dal 1935 collaborò con il poeta W. H. Auden, dando cominciamento ad un’amicizia che lo porterà nel 1939 ad un soggiorno in terra statunitense. Una volta rientrato in patria compose l’opera Peter Grimes, rappresentato in prima mondiale al Sadler’s Wells Theatre di Londra il 7 giugno 1945, che gli conferì riconoscimento internazionale: i Quattro interludi marini (“Alba”, “Domenica mattina”, “Chiaro di luna” e “Tempesta”) si ispirarono ai suoni e ai colori della città natale del compositore – Lowestoft – il cui mare, con le sue atmosfere e i suoi paesaggi, permise al musicista di esprimere la propria creatività. Tale quartetto di intermezzi orchestrali però ebbe presto vita propria, divenendo quasi più popolari dell’opera stessa.
Con un ricchissimo organico che annovera flauti, oboi, clarinetti, fagotti e controfagotto, corni, trombe e tromboni, basso tuba, timpani e gong, campane tubolari, xilofono, piatti, grancassa, tamburo militare e basco, nonché arpa e archi, Quattro interludi marini raccoglie i movimenti interni al Peter Grimes con la sola esclusione della Passacaglia e dell’ultimo intermezzo. Organizzati in una suite da concerto a sé stante eseguita per la prima volta a Cheltenham dalla London Philharmonic Orchestra pochi giorni dopo l’anteprima dell’opera completa, essi furono riordinati in guisa da accrescere la tensione drammatica all’interno di un quadro sonoro intensamente espressivo ove i timbri orchestrali sono dosati con raffinata maestria, secondo una logica simmetrica dove il mondo diurno, il lento Alba e l’allegro Domenica Mattina, si giustappone a quello notturno, l’andante Chiaro di Luna e il presto Tempesta: i brani, eseguiti senza soluzione di continuità, evocano il paesaggio marino e al tempo stesso donano risalto alla sfera emotiva del protagonista, ponendone in luce la solitudine e il disordine morale in un superlativo dualismo armonico.
“Soltanto la musica è all’altezza del mare”
(“Seule la musique est à la hauteur de la mer”)
Albert Camus
Alba (“Dawn”)
Splendida e luminosa melodia di flauti e violini che illustra la fresca brezza mattutina. Arpeggi di clarinetti, arpa e viole evocano lo sciabordio sulla costa di un’onda tranquilla; quindi il respiro inquietante di fagotti, ottoni e archi gravi richiama il mistero delle profondità marine

Domenica mattina (“Sunday Morning”)
Il secondo movimento giustappone l’atmosfera gioiosa e leggera dei rintocchi di campane, che allietano la cittadina riunita per il culto festivo, e il tenebroso malessere di Peter Grimes che disturba il pezzo adombrandone l’atmosfera.

Chiaro di luna (“Moonlight”)
La notturna in apertura dell’Atto III si articola su due piani sonori nettamente distinti: ivi il chiarore della luna che illumina la notte estiva, reso dai motivi lenti di flauti e arpa, fa da contraltare all’agghiacciante suono inespressivo dello xilofono – illustrando allo spettatore il terribile epilogo di Peter Grimes, che affonda con la sua barca nella più tremenda indifferenza generale. Armonie struggenti evolvono in un’elegante marcia funebre.

Tempesta (“Storm”)
L’ultimo interludio, una sorta di Rondò dal motivo vigoroso, raffigura non soltanto la tempesta fisica – lotta mortale tra l’uomo e il mare – ma anche quella che ha preso vita nella mente di Peter Grimes. Una pagina vigorosa, scandita da scale ascendenti di trombe e tromboni i cui cromatismi ricordano il duetto d’amore del wagneriano Tristano e Isotta.
Al placarsi della tempesta cui corrisponde un ampio arco melodico che illude d’una possibile salvezza, l’orchestra ritrova energia sino ad esplodere, avviandosi alla una disperata conclusione con accordi fragorosi che paiono abbattersi al suolo.

Per l'ascolto si consiglia: WDR Klassik
Immagini
In copertina: Paesaggio costiero (“Coastal Landscape”) di Lars Hertervig: web
Benjamin Britten: foto di Yousuf Karsh
La costa di Cambria (“Cambria’s Coast”) di Benjamin Williams Leader, olio su tela (1889): Art UK
Veduta di Venezia, il Palazzo Ducale e San Giorgio ("View of Venice, The Ducal Palace Dogana and part of San Giorgio") di Joseph Mallord William Turner, olio su tela (1841): Allen Memorial Art Museum, Oberlin College
Capo Nord al chiaro di luna ("The North Cape by Moonlight") di Peder Balke, olio su tela (1848): Metropolitan Museum of Art (New York)
Tempesta sul mare ("Storm at Sea ") di Willem van de Velde, olio su tela (1675 circa): Worcester Art Museum
Consultazioni
Four Sea Interludes dal Peter Grimes, op. 33a, L’Orchestra Virtuale del Flaminio