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Melodie fantastiche e dove trovarle

Nel secolo XVI cominciò a diffondersi, nel milieu musicale, una caratteristica composizione che vedeva l’utilizzo dello strumento (perlopiù a pizzico o a tastiera) in forma libera. Il preludio melodico poteva aver cominciamento su binari sovente già predisposti, certo, ma in seguito la sonorità s'affrancava dalla strada maestra dello spartito per seguire un tracciato nuovo, sconosciuto. Fantasia, rapsodia e improptu poterono così finalmente liberarsi dai morsetti che le tenevano imbrigliate – correndo verso inesplorati orizzonti.

Agli inizi del Seicento, la musica clavicembalistica del Frescobaldi diede ulteriore impulso a questa nuova pratica – l’improvvisazione – i cui temi erano molto fioriti, ricchi di abbellimenti e note di passaggio. Nel corso del tempo questa libertà di componimento andò a toccare anche le altre classi strumentali.

Se dal suo apparire le prime esperienze di fantasia non diversificavano molto dalla mera ricerca, lo sviluppo del tratto libero s’iniziò a intravedere più tardi, a partire dall’introduzione della fuga. Nel Seicento la fantasia venne eseguita con l’appellativo di “capriccio”, e sul principio del Settecento i suoi connotati delineavano già il volto di brani indipendenti da schemi fissi, senza tipicità ritmica. Furono molteplici i musicisti che diedero spazio all’invenzione, specialmente dall’Ottocento: da Mozart a Beethoven, da Brahms a Mendelssohn-Bartholdy, da Saint-Saëns a Debussy, la fantasia permise agli artisti di elidere le sbarre del pentagramma e dar libero sfogo alla creatività giacché se la musica è espressione, la fantasia musicale è libertà di espressione, ed espressione di libertà.


Orchestra collection

1. “Fantasia” in re minore K. 397 di Wolfgang Amadeus Mozart

La Fantasia in re minore per pianoforte composta nel 1782, sebbene lasciata incompleta da Mozart e per questo pubblicata postuma a Vienna nel 1804, appare come un’improvvisazione dalle cromie rapsodiche che richiamano i vari concerti pianistici del musicista salisburghese in occasione dei quali emergevano l’estro inventivo e il talento virtuosistico dell’artista – vestige di un’inesauribile freschezza pianistica.

Concisa e articolata in tre brevi sezioni che si susseguono senza soluzione di continuità, la Fantasia apre con un Andante austero e dagli echi bachiani, introducendo un Adagio dal recitativo decisamente cantabile cui segue un Presto ove la melodia intensamente patetica è contrastata da accordi semplici che viaggiano in libertà, andando e tornando a più riprese, e accompagnando al rondò conclusivo dell’Allegretto: in un turbinio melodico le drammatiche nubi finora affastellate si dissipano, e l’atmosfera diviene lieta e giocosa lasciando in aria lo stesso profumo di un tormento finalmente scacciato.



Per l’ascolto si consiglia: Fazıl Say per Warner Classics

 



2. “Fantasia” in fa diesis minore per pianoforte, opera 28 (“Sonate écossaise”) di Felix Mendelssohn-Bartholdy

Ideata durante il suo viaggio in Scozia del 1829, questa Fantasia viene citata nella corrispondenza dell’autore come la sua Sonata «scozzese». L’Andante iniziale con moto agitato è intriso di evocazione poetica alternando il primo tempo fra una sezione rapsodica e un inciso discorsivo, da cui ne deriva l’eloquenza visionaria della ballata romantica che trascina ad un Allegro lezioso. Il Presto finale in forma di sonata emana in tutta la sua energica passione il pianismo brillante della focosità mendelssohniana.



Per l’ascolto si consiglia: Giuseppe d’Aloi



 

3. ”Fantasia” in fa minore per pianoforte, opera 49 di Fryderyk Chopin

La «Fantasia» concepita dal Chopin si richiamava alla forma-sonata in più tempi, secondo i modelli di Beethoven e di Schubert. Unicum della produzione chopiniana, la Fantasia da lui composta fra gennaio e maggio del 1841, dedicata alla sua allieva nonché principessa Catherine De Suozzo, vede la canonica tripartizione Allegro/Adagio/Allegro. Per quanto costituita da un solo movimento in cui confluiscono il tempo di marcia, il corale, il recitativo e la scrittura sinfonistica, l’opera 49 – scritta nella piena maturità artistica del compositore e annoverata tra i più alti capolavori della letteratura pianistica, appare quasi come un poema musicale costellato da vivide evocazioni di delicato lirismo.

Il primo movimento apre con un solenne ritmo marziale, sfociando in un motivo cantabile il cui sapore di gloria ondeggia in fluttuanti arabeschi e che, dopo una temporanea quiete che lo plasma a canto corale e di raccoglimento religioso, si riaccende con vivacità riemergendo in un conclusivo tema ardente e appassionato.



Per l’ascolto si consiglia: Jiwon Kim per C. Bechstein

 



4. ”Fantasia” per arpa e violino, opera 124 di Camille Saint-Saëns

La Fantasia per arpa e violino fu composta dal Saint-Saëns durante il suo soggiorno sulla riviera italiana. L’opera 124 fu dedicata ad una coppia di sorelle, l’arpista Clara Eissler e la violinista Marianne Eissler.

Pezzo virtuosistico per entrambi gli esecutori, l’uso dell’arpa in luogo del pianoforte conferisce una sonorità delicata il cui unico movimento rilassato permea l’atmosfera di sonorità chiare ed equilibrate richiamando verso il finale un’antica forma di danza barocca italiana.



Per l’ascolto si consiglia: Camerata Pacifica

 



5. ”Fantasia” in do maggiore per violino e pianoforte, opera 159 D. 934 (sul lied “Sei mir gegrüsst, D 741) di Franz Schubert

Scritta da Schubert nel dicembre del 1827 ed eseguita il 20 gennaio del 1828 a Vienna in occasione di un concerto matinée, la Fantasia fu pubblicata postuma nel 1850 – medesimo periodo compositivo degli Impromptus e dei Moments musicaux per pianoforte. Alla sua prima esecuzione pubblica a Vienna nel gennaio 1828, la Fantasia ebbe accoglienze fredde, soprattutto nell’ambiente accademico e critico che si limitò a sottolineare la natura episodica di quest’opera senza riconoscere il desiderio di Schubert di abbandonare la sonata per adottare forme più libere.

Articolata in quattro momenti, la Fantasia si apre con un accompagnamento morbidamente lirico del pianoforte, sul quale si erge una frase melodica del violinista intrisa di sognante tono evocativo cui fa seguito un Allegretto vivace e danzante di carattere ungherese. La parte centrale della Fantasia è costruita come una successione di eleganti e carezzevoli variazioni sul tema del Lied “Sei mir gegrüsst” di Friedrich Rückert, che conducono – pur con qualche variazione di accento, dal colore ora più scuro – al tema introduttivo dell’Andante. Il ritorno all’Allegro suona tra la marcia e il coro popolaresco, accompagnando l’ascoltatore al delizioso Andantino il quale, in tempi ristretti, si trasforma nel tema di marcia conclusivo.



Per l’ascolto si consiglia:  James Ehnes

 

 


 


Immagini

In copertina: Schubertiade di Julius Schmid (1897), Collezione Wiener Männergesang-Verein: The Chamber Music Society of Lincoln Center, Five Ways of Looking at Franz Schubert

Orchestra Collection di Mostafa Keyhani, olio su tela: Mostafa Keyhani Fine Art

 

Consultazioni

Fantasia per pianoforte in re minore, K1 397, K6 385g di W. A. Mozart, L’Orchestra Virtuale del Flaminio

Fantasia in fa diesis minore per pianoforte “Sonate écossaise”, op. 28, MWV U 92 di F. Mendelssohn-Bartholdy, L’Orchestra Virtuale del Flaminio

Fantasia in fa minore per pianoforte, Op. 49, BI 137, CI 42 di F. Chopin, L’Orchestra Virtuale del Flaminio

Fantasia in do maggiore per violino e pianoforte, op. 159, D. 934 di F. Schubert, L’Orchestra Virtuale del Flaminio

 

 


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