top of page

Note silvestri

In un'Italia totalmente dominata dall’arte lirica e dal genio verdiano che rifletteva il sentimento di un popolo appena unificato, un giovane sentì la necessità di un rinnovamento musicale, la cui spinta verso un’evoluzione linguistica differente dall’opera lo porterà alla creazione di una brillante musica sinfonica dal repertorio puramente strumentale.


Successivamente agli studi musicali compiuti presso il conservatorio della città natale, il bolognese Ottorino Respighi si spostò in terra russa, ricoprendo il ruolo di prima viola presso il Teatro di Pietroburgo – dove ebbe la fortuna di seguire i corsi del Rimski-Korsakov. Trasferitosi a Berlino nel 1902 si perfezionò alla Hochschule, entrando in contatto con l’ambiente di Richard Strauss. Il ritorno in Italia nel 1913 lo vide dapprima insegnante e poi, dal 1924, direttore del Conservatorio di S. Cecilia a Roma, per poi ritirarsi dall’attività didattica dedicandosi esclusivamente alla composizione.


Indubbiamente il romagnolo fu influenzato da alcuni dei compositori più caratteristici del Romanticismo di fine secolo: oltre a Rimski-Korsakov – di cui fu allievo – e Strauss, anche Debussy e il suo “impressionismo” esercitarono su di lui un’influenza che, benché durevole, Respighi arricchì con citazioni popolari e allusioni gregoriane infondendo alla sua musica un sapore più antico, talvolta medievale, talvolta rinascimentale.

Respighi sarà riconosciuto come il sinfonista italiano per eccellenza, il cui lavoro si espresse attraverso poemi descrittivi più inclini alla bellezza del suono che ai sentimenti – come dimostra la magnifica Pini di Roma.


Nell’opera, Respighi mette in musica gli strilli dei bambini “come rondini a sera” a Villa Borghese, le salmodie sospese d’una catacomba latina, l’usignolo cinguettante “nel plenilunio sereno” del Gianicolo e “il ritmo di un passo innumerevole” allo squillare delle buccine sull’antica Via Appia, ove fantasmi di legioni romane marciano trionfalmente verso il Campidoglio.

La silvestre fragranza melodica fu composta nel 1924, con quattro movimenti che si susseguono senza interruzione. La prima esecuzione di Villa Borghese vide un pubblico inizialmente contrariato, che espresse con fischi la sua disapprovazione verso l’opera, disturbando la scena; a sorpresa però, con il procedere della sinfonia, la sala si placò e al termine del concerto il successo fu persino entusiasticamente applaudito.



Ottorino Respighi



I pini di Villa Borghese

“Giuocano i bimbi nella pineta di Villa Borghese: ballano a giro tondo, fingono marce soldatesche e battaglie, s’inebriano di strilli come rondini a sera, e sciamano via”.


Una coloratissima orchestra intona girotondi e infantili fanfare militaresche. Una veloce introduzione apre al tema principale affidato a corno inglese e fagotti; segue ex abrupto un cambio di ritmo che coinvolge con trasporto flauti, ottavino e pianoforte su uno sfondo d’archi. Oboe e clarinetto riconducono al tema principale, cui segue la melodia di un nuovo girotondo di trombe ed un ultimo crescendo.



Dettaglio di corno francese



I pini presso una catacomba

“Improvvisamente la scena si tramuta ed ecco l’ombra dei pini che coronano l’ingresso di una catacomba: sale dal profondo una salmodia accorata, si diffonde solenne come un inno e dilegua misteriosa”.


Cala d’emblée una coltre di nebbiosa tetraggine: dalla profondità di una catacomba si avverte la voce sommessa di archi e la mestizia di corni. Tromba e violino accompagnano ad una litania di clarinetti, corni e violoncelli sino ad un maestoso ed austero crescendo, che va poi spegnendosi e a ripristinare l’aurorale ombrosità.



Dettaglio di violoncello



I pini del Gianicolo

“Trascorre nell’aria un fremito: nel plenilunio sereno si profilano i pini del Gianicolo. Un usignolo canta”.


Il tocco dei tasti del pianoforte anima il gocciolio dell’acqua di una fontana. Un sognante clarinetto tratteggia sullo spartito la candida luce del plenilunio che sovrasta i pini del Gianicolo. Archi, celesta e oboe conducono ad un tema poi ripreso dal violoncello; infine il clarinetto, che conferisce voce al canto d’ un usignolo fra i rami dei pini.



Dettaglio di clarinetto



I pini della via Appia

“Alba nebbiosa sulla via Appia. La campagna tragica è vigilata da pini solitari. Indistinto, incessante, il ritmo di un passo innumerevole. Alla fantasia del poeta appare una visione di antiche glorie: squillano le buccine ed un esercito consolare irrompe, nel fulgore del nuovo sole, verso la via Sacra, per ascendere al trionfo del Campidoglio”.


Timpani, pianoforte, violoncelli e contrabbassi scandiscono con solennità il passo di marcia dell’esercito consolare. Il corno inglese introduce con una melodia esotica, quasi orientale, anticipando il crescendo che i corni preparano per la sfarzosa conclusione.





Per l'ascolto si consiglia: Hessischer Rundfunk Sinfonie Orchester





 


Immagini

In copertina: trombone, web

Respighi suite: concerto e visita guidata in certosa, Cultura Bologna

Dettaglio di corno francese: web

Dettaglio di violoncello: web

Dettaglio di clarinetto: web


Consultazioni

Pini di Roma di Ottorino Respighi, L'Orchestra Virtuale del Flaminio


bottom of page