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Primavera su tela

Fiori, frutti, gemme. Colori, luci, cangianze. Suoni, canti, movimento. Primavera è sinonimo di rinascita, certamente nel meraviglioso e puro mondo della natura, di una nuova vita il cui mistero l’uomo ha da sempre provato a conoscere – con la filosofia, a comprendere – con le scienze, a replicare – con l'arte.


Nella letteratura antica una magnifica ode a questa imprevedibile stagione fu opera del poeta Virgilio, che nelle sue Georgiche – esaltazione su carta della vita agreste – decantò con passione:


Alle selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera;

a primavera gonfia la terra avida di semi.

Allora il Cielo, padre onnipotente, scende

con piogge fertili nel grembo della consorte,

immenso si unisce all’immenso suo corpo,

accende ogni suo germe. Gli arbusti remoti risuonano

del canto degli uccelli, e gli armenti ricercano Venere,

e i prati rinverdiscono alle miti aure di Zèfiro.

E i campi si aprono; si sparge il tenero umore;

ora al nuovo sole si affidano i germogli.

E il tralcio della vite non teme il levarsi degli austri

né la pioggia sospinta per l’aria dai larghi aquiloni,

ma libera le gemme e spiega le sue foglie.

Giorni uguali e così luminosi credo brillarono

al sorgere del mondo; fu primavera, allora.

primavera passava per la terra. Ed Euro

trattenne il soffio gelido quando i primi

animali bevvero la luce, e la razza degli uomini

alzò il capo nei campi aspri, e le belve

furono spinte nelle foreste e le stelle nel cielo.

 

Inno alla Primavera, libro II

Tratto da Le Georgiche

 


Nel Quattrocento, poi, la penna del Petrarca scrisse elegantissime parole quale eulogia della bella stagione, in seno a cui gli elementi partecipano all’entusiastico risveglio del mondo e quindi dell’amore; un panegirico letterario ove le metriche confluiscono nel ricordo del primo incontro con l’amata Laura:


Zephiro torna, e ’l bel tempo rimena,

e i fiori et l’erbe, sua dolce famiglia,

et garrir Progne et pianger Philomena,

et primavera candida et vermiglia.

Ridono i prati, e ’l ciel si rasserena;

Giove s’allegra di mirar sua figlia;

l’aria et l’acqua et la terra è d’amor piena;

ogni animal d’amar si riconsiglia.

Ma per me, lasso, tornano i piú gravi

Sospiri, che del cor profondo tragge

Quella ch’al ciel se ne portò le chiavi;

et cantar augelletti, et fiorir piagge,

e ’n belle donne honeste atti soavi

sono un deserto, et fere aspre et selvagge.

 

Tratto dal Canzoniere, sonetto CXIII

 


Parimenti icastico è l’elogio proveniente dall’arte pittorica, che nei tempi – e con diversi approcci, ça va sans dire – ha saputo coglierne le cromie e le nuances, distillandone l’essenza su tela.


 

1. Soleggiata giornata di primavera in acqua (“Sonniger Frühlingstag am Wasser”) di Peder Mørk Mønsted

Il danese Peder Mørk Mønsted, dopo aver viaggiato in tutta Europa, Nord Africa e Medio Oriente, sviluppò uno stile personale di naturalismo accademico cimentandosi con dedizione alla ritrattistica (specie quella reale) nonché ai paesaggi, sovente caratterizzati da ambienti acquei la cui sopraffina abilità tecnica e quasi fotografica gli conferirono riconoscimento e fama internazionale.

In Soleggiata giornata di primavera in acqua viene proposta una locazione lacustre, sul cui pontile un’umile donna è intenta al lavaggio dei panni contenuti in tinozze di legno. Il lago, perimetrato da un boschetto di alberi e da un complesso di case sulla sinistra, rispecchia un cielo nuvoloso dal quale però sfuggono alcuni raggi di sole; sulla superficie d’acqua galleggiano erbe e canneti, e il volo giocoso di alcune rondini accompagna lo spettatore in questo scorcio di vita semplice.



Sonniger Frühlingstag am Wasser


 

2. La venditrice di fiori (“The Flower Seller”) di Louis Marie de Schryver

Con la fine del secolo XIX, i caffè alla moda, i grandi magazzini e le fiere mondiali invitarono i parigini a uscire dalle loro case e interagire tra loro: artisti quali Louis Marie de Schryver rimasero affascinati dalla vita brulicante lungo i boulevards.

Sebbene il pittore francese dimostrò sin da giovane un grande talento nella rappresentazione di nature morte di raffinata esecuzione (che gli permisero l’esposizione ai vari Salons e gli fecero guadagnare una medaglia di bronzo alla Fiera Mondiale di Sydney), i suoi successivi lavori abbracciarono la ritrattistica e scene di genere; Schryver si dedicò ben presto alla vita quotidiana di Parigi, le cui richieste sempre più commissionate gli conferirono un successo tale da essere nominato membro della Société des Artistes Français.

Le vedute cittadine di De Schryver, in cui tanto le scene con venditori di fiori, cavalli e carrozze dell’élite parigina, quanto le rappresentazioni di spazzini e lavandai, sono capolavori di sensibilità intrisi di un realismo la cui luce si manifesta attraverso autentiche esplosioni di puro colore – come ben testimoniato dalla tela La venditrice di fiori: in primo piano, sulla movimentata via che conduce alla splendida Opéra di Parigi, si assiste alla compravendita di alcuni bouquet; tra lo scalpiccio degli zoccoli e il chiacchiericcio dei passanti sembra quasi di essere lì, accanto alle due nobili dame riccamente vestite, mentre si accordano con la venditrice in cuffietta che diligentemente mostra loro i boccioli più belli, selezionati e raccolti dai cesti esposti su di un carretto, e la cui delicata fragranza floreale fuoriesce quasi dalla tela, avvolgendo di freschezza lo spettatore.


The Flower Seller


3. Primavera sul lago Tegernsee (“Frühling am Tegernsee”) di Hubert Kaplan

Nato a Monaco nel 1940, Hubert Kaplan imparò dapprima il mestiere di tappezziere per poi completare un apprendistato come pittore decorativo. Solo in seguito, presso l’Accademia di Monaco, riuscì a dedicarsi alla pittura – dipingendo precipuamente paesaggi bavaresi.

I diversi viaggi di studio intrapresi tra l’Italia, la Grecia, la Francia, il Messico e l’Africa influenzarono il suo repertorio motivico, caratterizzando uno stile di dettagliato realismo naturale la cui caratura riuscì a soddisfare gli amanti dell’arte romantica più contemplativa e idilliaca.

Primavera sul lago Tegernsee appare quasi più una cartolina che un quadro: sulla tela è rappresentata una famiglia con abiti tipicamente bavaresi in un momento di riposo dal pascolo e dai lavori quotidiani; sulla riva del lago circondato da boschi rigogliosi e verdeggianti si nota un paesino di montagna, con campanili dalle cuspidi blu e varie casette. Sulla sinistra, una recintata abitazione in legno e pietra, il cui terrazzo è adornato di fiori rossi; in primo piano una fonte d’acqua fresca presso la quale si abbeverano due cavalli, e lungo la staccionata, ai piedi di un albero fiorito, riposano buoi, ovini e pollame. Sullo sfondo torreggia imponente la montagna bavarese, che svetta su un cielo parzialmente terso, quasi a ricordare all’uomo la sua piccolezza dinanzi alla forza rigeneratrice della natura.

 

Frühling am Tegernsee


 

 

Immagini

In copertina: Springtime di John Guttridge Sykes, acquerelli su tela, Penlee House Gallery & Museum: Art UK

Soleggiata giornata di primavera in acqua (“Sonniger Frühlingstag am Wasser”) di Peder Mørk Mønsted, olio su tela (1894): web

La venditrice di fiori (“The Flower Seller”) di Louis Marie de Schryver, olio su tela, collezione privata: web

Primavera sul lago Tegernsee (“Frühling am Tegernsee”) di Hubert Kaplan, olio su tela, collezione privata: Auktionshaus Stahl

 

Consultazioni

L’inno alla primavera di Virgilio nel poema epico-didascalico le “Georgiche”: dolcezza e potenza creatrice di Stella Grillo, articolo del 27 aprile 2023, Metropolitan Magazine

Peder Mørk Mønsted, biografia: Leighton Fine Art

Louis Marie de Schryver (1862 – 1942), biografia: Rehs Galleries

Hubert Kaplan, biografia: Élite Art Asia

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