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Una suite in maschera


Quant’è bella giovinezza

che si fugge tuttavia!

Chi vuol esser lieto, sia:

di doman non c’è certezza.


Canti Carnascialeschi

Tratto dal componimento poetico Trionfo di Bacco ed Arianna di Lorenzo il Magnifico


Dalla metà del XVIII secolo, la Commedia dell'Arte – genere che fino ad allora aveva coinvolto attori girovaghi nell'intrattenimento di piazza con spettacoli acrobatici, musica e narrazioni – si rivoluzionò, dandosi tono professionale attraverso la costituzione di vere e proprie compagnie, e delineando gli spazi del teatro ora fattisi stabili. Non solo: per conferire una rinnovata originalità delle esibizioni, ogni attore cominciò a dedicarsi ad un unico personaggio, sviluppandone la personalità e la storia: i cosiddetti “tipi fissi” divennero figure dalle peculiarità (il costume, l’età, la lingua dialettale, la posizione sociale e financo il mestiere) ben studiate e atte a cristallizzarsi nell’immaginazione del pubblico, dalle vesti variopinte di Arlecchino allo spagnolo inconsueto del Capitano.

Le maschere iniziarono ad accompagnare precisi momenti dell’anno come il Carnevale, simbolo di spensieratezza e giocosità, trionfo del rovesciamento delle convenzioni e festa dalla declinazione apotropaica, tramite la quale le maschere esorcizzavano i dolori e le difficoltà portate dal rigido inverno. Tra le più note vi è Pulcinella, legata al mondo popolare campano: personaggio ironico e sfrontato, pigro ed opportunista di bianco vestito, con casacca, pantaloni larghi e un lungo cappello di stoffa, il cui candore contrasta il nero della maschera dal lungo naso gallinaceo.

Il Carnevale e le sue maschere abbracciarono ben presto tutte le dimensioni dell’arte: dalla pittura alla scultura artigianale fino alla musica, che dedicherà numerosi capolavori a questo eteroclito spettacolo, in grado di cogliere le affascinanti seppur controverse sfumature del mortale spirito umano.



Igor Stravinskij

Nato alle porte di San Pietroburgo da una famiglia di musicisti (il padre primo basso al Teatro dell'Opera Marinkskij, la madre pianista), il compositore russo mostrò sin da fanciullo una certa predisposizione per la musica che lo portò a interessarsi soprattutto dei balletti del connazionale Čajkovskij.

Dopo gli studi di legge, Stravinskij divenne alunno del Rimski-Korsakov e attorno al 1908 l'impresario teatrale (e fondatore della famosa compagnia dei Balletti russi) Sergej Djagilev affidò lui la partitura della fiaba L'oiseau de feu, che ebbe un enorme successo.

Con lo scoppio del primo conflitto bellico e della rivoluzione russa, il compositore fu però costretto a spostarsi in terra elvetica con la moglie e la famiglia: in questo periodo di esilio, Stravinskij compose la musica per il balletto Pulcinella portato in scena per la prima volta a Parigi il 15 maggio 1920, e da cui Stravinskij trasse nel 1922 una suite da concerto – in cui una nuova energia ritmica andrà a sposare la melodiosità e l’umorismo malizioso dell’opera, che divenne una delle pietre miliari del neoclassicismo novecentesco.



Scena di Carnevale (dettaglio)

Nella suite di questa singolare rivisitazione della scuola settecentesca napoletana del Pergolesi, le voci furono sostituite dagli strumenti: per la prima volta si riuscì a intessere un fil rouge tra avanguardia e tradizione, in una partitura ove i procedimenti compositivi della tradizione passata non furono restaurati, bensì risuonati quali testimonianze di un presente totalmente immerso nella modernità.

Ognuno degli otto pezzi (dalla Ouverture alla Serenata, dalla Tarantella alla Toccata, dalla Gavotta al Minuetto che precede il gran finale) circoscrive un mondo sonoro ed espressivo a sé stante, coniugando virtuosismo e sorpresa attraverso una strumentazione grottesca e caricaturale (si pensi al protagonismo del trombone nel settimo brano, Vivo), nonché ad un’estrosa vitalità ritmica che accende i mille colori della composizione.



Pulcinella innamorato

Protagonista della carnevalesca trama l’eponima maschera napoletana: due giovani gelosi, Florindo e Cloviello, intonano senza alcun successo una serenata alle loro innamorate Prudenza e Rosetta. Non solo: le due donne, infastidite, finiscono per gettare dell’acqua sui loro innamorati, i quali vengono poi cacciati in malo modo dal padre di Prudenza.

Ecco che giunge Pulcinella il quale, baciando Rosetta, suscita le gelosie sia di Pimpinella – sua innamorata, sia di Florindo e Cloviello. Questi ultimi, travestitisi da Pulcinella, congiurano per la sua morte e cominciano a percuote la maschera che però si era precedentemente fatto sostituire da un sosia – Furbo – il quale simula la morte sotto i colpi assennati dei due giovani. Pulcinella, nel ritornare in scena al termine dello spettacolo, ricomporrà tutte le coppie e coronerà il suo sogno d’amore sposando la sua amata Pimpinella.




Per l'ascolto si consiglia: Hessischer Rundfunk Sinfonie Orchester





 


Immagini

In copertina: Pagliacci di carnevale di Willem Cornelisz Duyster, olio su tavola (1620), Staatliche Museen di Berlino

Igor Stravinskij: foto di Yousuf Karsh

Scena di Carnevale di Giandomenico Tiepolo, olio su tela (1754 1755), Museo del Louvre di Parigi

Pulcinella innamorato di Giandomenico Tiepolo, pittura su tela (1797), affreschi da Villa di Zianigo, Camera dei Pulcinelli

Consultazioni

Compositori – La vita e le opere (“Composers”), Gribaudo, DK Limited, 2021

La commedia dell’Arte: caratteristiche, maschere e canovacci di Teatro Magnetto Caselette

Maschere della Commedia dell’Arte: Polichinelle di Sipario Rivista

La maschera di Pulcinella di Museo delle Civiltà di Roma EUR



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