Molti libri hanno raccontato le biografie degli illustri imperatori romani, da Plutarco a Strabone, da Cicerone a Sallustio. Svetonio ne Le vite dei Cesari (De vita Caesarum, 121 d. C.) le raccolse in un’opera ben organizzata, metodica, seguendo ordini cronologici ed illustrando al pubblico lettore le opere compiute dai governanti antichi spaziando dalla sfera pubblica e politica a quella più privata, intima in un apprezzabile – seppur spesso claudicante – tentativo di imparziale reportage. I primi tre libri narrano di Cesare, Augusto e Tiberio per poi proseguire il viaggio documentaristico con le personalità eccentriche e controverse di Caligola, Claudio e Nerone; succederanno gli imperatori “brevi” – Galba, Otone e Vitellio – per poi concludersi con il trittico flavio composto da Vespasiano, Tito e Domiziano.

Dodici biografie in otto libri, la cui raccolta ci è pervenuta nella sua quasi totale interezza (eccettuata da una breve lacuna che interessa la dedica dell’opera a Setticio Claro, e i capitoli iniziali della biografia di Cesare). Ognuna di esse appare chiara e strutturata, come si evince dalla stesura espositiva per tempora (dunque cronologica) e per species (per rubriche). Per ogni biografia i contenuti narrativi vagliano le origini della famiglia di appartenenza soffermandosi su aneddoti di infanzia e adolescenza, sino all’ascesa al potere seguendo – come uno spettatore a teatro – le vicissitudini delle vite imperiali, concludendole con le morti e i vari onori funebri.
"Causa e principio di tutte queste guerre fu il fatto che nulla stimando più doveroso che il vendicare la morte del prezioso e tutelare gli atti, appena tornato da Apollonia, decise di attaccare con la forza Bruto e Cassio mentre erano ancora impreparati; essendo essi riusciti a sfuggire a questo pericolo che avevano saputo prevedere, si armò contro di loro dell’autorità della legge e, benché assenti, li accusò di assassinio.”
Libro II. Augusto, pag. 168 – 169 Questi ritratti letterari hanno consentito di cristallizzare i Cesari, immortalandoli in una fotografia narrativa garante di eternità storica, seppur velata dall’ombreggiatura descrittiva sottilmente adottata dall’autore forse allo scopo di giustapporre il buon governo di Adriano – suo contemporaneo – con quello degli avi. La frequente insistenza sulla sfera privata degli imperatori, con minuziosi glossemi decorati degli eccessi, delle intemperanze e degli scandali che coinvolsero ognuno dei governanti sarà fonte di discussione storiografica in seno alla quale vi saranno studiosi che la condanneranno a pleonastico diletto di pettegolezzo, ed esperti che ne decanteranno la lode quale dispositivo demistificatore della figura di sovrano.
"E, perché vi possa essere nessun dubbio sul fatto che Cesare ebbe la peggiore fama di sodomita e di adultero, Curione padre in un suo discorso lo chiama “marito di tutte le mogli, moglie di tutti mariti”.
Libro I. Cesare, Pag. 114 - 115 Dunque dove finisce la storia e comincia la chiacchiera? Quanta fiducia si può concedere alle parole di Svetonio?
Stimata opera le cui fonti furono attinte da un ventaglio di documenti storiografici, archivistici e libellistici nonché afferenti alla tradizione orale, la Vita dei Cesari è una testimonianza di innegabile valore storico e sociale, che ricorda a prescindere da tutto come dietro ad ogni grande personalità vi siano individui imperfetti e fallibili, certamente più vicini – loro malgrado – a uomini comuni che a divinità.

Immagini
In copertina: Vita dei Cesari di Gaio Svetonio Tranquillo, Newton Compton Editori, 2022
Busti di Traiano e Augusto: web
Busti di imperatori romani: I Severi. La dinastia venuta dall'Africa, RAI Cultura, Arte
Consultazioni
Vita dei Cesari (“De Vita Caesarum”) di Gaio Svetonio Tranquillo, Classici della BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, 1996