Rintocchi primaverili
- Redazione
- 28 mar
- Tempo di lettura: 4 min
I campi sono ancora coperti di neve bianca,
ma già i torrenti sono in vena di primavera,
corrono e svegliano le assonnate sponde,
corrono e risplendono, e a gran voce
annunciano alla terra intera:
“La primavera viene, viene la primavera!
Noi siamo gli araldi del suo arrivo,
è lei che ci ha mandato.
Primavera viene, viene la primavera!”
di Fjodor Tjutcev per “Spring waters” di Sergej Rachmaninoff
Dalle botti legnose il vino fremente canticchia, e i dotti augelli fanno ritorno dalle scuole d’oriente: così la penna pascoliana magnificò, con bucolico lirismo, la stagione di rinascita – dipingendo un raffinato scenario che coinvolge tutti e cinque sensi.
Abbia inizio dunque la gran festa: le prime gemme sui rami nudi principiano a schiudersi, timidi fiori fanno capolino tra i fili d’erba, i merli salutano le prime ore del mattino con canto giulivo; che l’aria si scaldi coi raggi d'un nuovo e vigoroso sole e possa l’uomo assaporare la bellezza di una natura risvegliata.
In occasione dell’avvento primaverile, Classica omaggia i suoi lettori di una selezione di raffinate melodie, un autentico panegirico musicale che possa infondere nuova linfa alle giornate a venire.
Buon ascolto.

1. “Lilacs” opera 21 n. 5 di Sergej Rachmaninoff
Composta nel primo anno del secolo XX, questo breve contributo del maestro Rachmaninoff accompagna al pianoforte le parole della poetessa Ekaterina Andreyevna Krasnova che inneggia i fiori dei lillà appena sbocciati inspirandone la dolce fragranza con animo speranzoso.
Al mattino, all’alba,
attraverso l’erba ricoperta di rugiada,
camminerò, respirando la freschezza del mattino;
e all’ombra profumata,
dove i lillà si raggruppano,
andrò in cerca di felicità…
Nella vita c’è una sola felicità
che sono destinata a trovare,
e quella felicità dimora nei lillà;
sui loro rami verdi,
nei loro grappoli profumati
la mia povera felicità fiorisce…
Per l’ascolto si consiglia: Eduard Kunz
2. “Printemps” opera L 68 di Cluade Debussy
Questa suite sinfonica per orchestra fu arrangiata nel 1887.
Il compositore francese trascorse i due anni precedenti come ospite a Villa Medici, in seguito alla vittoria del Prix de Rome: durante il suo soggiorno italiano scrisse i quattro pezzi che sancirono un nuovo modo di comporre – successivamente definito “impressionismo”: l’ode sinfonica Zuleima; una fantasia per pianoforte e orchestra pubblicata postuma; il poema lirico per coro e orchestra La demoiselle élue, su testo del preraffaellita Dante Gabriel Rossetti e infine Printemps, basato su una versione per canto e due pianoforti.
In quest’ultimo pezzo, un ricordo della Primavera del Botticelli molto ammirata da Debussy in una visita del capoluogo toscano, il compositore tentò di esprimere «la nascita lenta e sofferta di tutte le cose della natura e la maturazione progressiva che sfocia in un’esplosione di gioia, nella rinascita di una nuova vita». La morbidezza delle sonorità, lontane dalla tonalità tradizionalmente classica, non venne accolta di buon grado dagli accademici di Villa Medici i quali videro nell’impressionismo della suite un pericolo per la verità nell’opera d’arte.
I due movimenti che articolano il brano sono strettamente connessi fra loro: il primo si apre con dolcezza armonica, andando via via a irrobustire l’orchestra che si espande sino allo spegnimento finale in un Lento molto espressivo. Il secondo movimento al contrario attacca con un tema dai colori vivaci e ritmicamente vibrato, che conduce ad una esaltazione strumentale di straordinaria efficacia con un crescendo in fortissimo.
Per l’ascolto si consiglia: Berliner Philarmoniker
3. “Du bist wie eine Blume” opera 25 n. 24 di Robert Schumann
Il brano per voce e pianoforte, composto nel 1840 e dedicato alla moglie Clara, trasportò in musica il testo – probabilmente autobiografico – di Heinrich Heine, poema apparso nella raccolta Il libro dei canti del 1827.
Tu sei come un fiore,
così soave, bella e pura;
io ti guardo, e di malinconia
si commuove il mio cuore.
È come se stendessi
le mani sul tuo capo,
pregando Dio che ti conservi
così pura e bella e soave.
Per l’ascolto si consiglia: Domink Wagner
4. “Frühlingsglaube” di Franz Schubert
Su testo di Ludwig Uhland, questo Lied per voce e pianoforte canta la meraviglia della primavera quale speranza per il futuro. L’opera, inserita nel ciclo Viaggio d’inverno (“Winterreise”), presenta un seducente motivo – poi interrotto dal canto del gallo quale brusco richiamo ad una realtà cruda e difficile – come metafora d’una fede positiva, ancorché ingenua, sognante e pura.
Si è destata l’aria mite,
mormora e tesse notte e giorno,
si muove in ogni dove.
O fresca fragranza, o nuovo suono!
Orsù, povero cuore, non temere!
Ora tutto, tutto dovrà cambiare.
Il mondo ogni giorno si fa più bello,
non si sa cos’altro succederà,
la fioritura non vuol finire;
fiorisce anche la valle più profonda e lontana:
orsù, povero cuore, dimentica le pene!
Ora tutto, tutto dovrà cambiare.
Per l’ascolto si consiglia: Emilio Àlvarez Cid
Immagini
In copertina: Primavera (“Spring”) di Jules Cheret, olio su tela (1900): web
Ninfee in fiore di Diana Malivani, olio su tela (2023): Artnow.ru
Consultazioni
Spring Symphony, op. 44: Orchestra Virtuale del Flaminio
Printemps, suite sinfonica per orchestra, L 68: Orchestra Virtuale del 3
Du bist wie eine Blume (Tu sei come un fiore), op. 25 n. 24: Orchestra Virtuale del Flaminio
Im Frühling (In primavera), op. 101 n. 1, D. 882: Orchestra Virtuale del Flaminio
Frühlingsglaube: Die linden Lüfte sind erwacht, op. 20 n. 2, D. 686: Orchestra Virtuale del Flaminio